Psicologia dello sport: le emozioni nella prestazione sportiva agonistica

La psicologia dello sport fornisce all’atleta strumenti per migliorare la propria prestazione, gestendo le emozioni disfunzionali come rabbia e ansia.

Non ti devono tremare le mani né le gambe, la concentrazione massima per ogni movimento, una sola perdita potrebbe fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta. La tua allenatrice conta su di te, le tue compagne contano su di te e tu ti chiedi se sarai all’altezza delle aspettative tue e degli altri. Le emozioni possono influenzare una prestazione agonistica: ecco il perché della nascita della psicologia dello sport.

Il pubblico, la giuria, le compagne di squadra che fanno il tifo… è tutto sotto i tuoi occhi, ma tu sei sola, sulla pedana, aspettando di sentire l’inizio della musica. Sai che in quel minuto e mezzo ti giocherai la tua chance di vittoria e il passaggio di categoria, che tutto il lavoro fatto nei mesi precedenti potrebbe trovare il suo coronamento o essere sprecato per qualche stupido errore. Non ti devono tremare le mani né le gambe, l’attrezzo deve essere ben saldo nella tua presa, la concentrazione massima per ogni movimento, una sola perdita potrebbe fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta, devi seguire la musica ed essere espressiva. La tua allenatrice conta su di te, le tue compagne contano su di te e tu ti chiedi se sarai all’altezza delle aspettative tue e degli altri.

Questi sono solo alcuni dei pensieri che, nella mia esperienza di atleta, attraversano la mente di ogni ginnasta mentre aspetta di entrare in pedana, pensieri che, intuitivamente, si portano dietro un grosso carico emotivo. La ginnastica ritmica è, infatti, un perfetto esempio quando si tratta di capire come e quanto le emozioni possano influenzare una prestazione agonistica e perché, quindi, sia nata la psicologia dello sport.

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